Deficit erettile
L’approccio terapeutico al paziente affetto da deficit erettile al paziente è per gradi. Si inizia prima con terapie farmacologiche orali, si passa poi alla iniezioni intracavernose di farmaci che stimolano l’erezione (prostaglandine) ed infine se tutto questo non ha dato i risultati attesi l’ultima opzione è il posizionamento di una protesi peniena. Oggi infatti grazie alle protesi peniene si può affermare che praticamente il 100% dei problemi di erezione può avere una soluzione. Purtroppo molti uomini non conoscono l’esistenza della protesi peniena e spesso anche medici non specialisti non ne parlano ai propri pazienti, privandoli della possibilità di un’opzione terapeutica riconosciuta valida a livello mondiale.
Le protesi peniene sono costituite da due cilindri che vengono inseriti nei due cilindri naturali del pene: i “corpi cavernosi”. Ne esistono sostanzialmente di 2 tipi: malleabile e gonfiabile o tri-componente.
La prima è un tipo di protesi che conferisce una rigidità costante a chi la usa ma può non essere molto confortevole nell’uso comune in quanto avendo sempre il pene “eretto” il posizionamento di esso all’interno di pantaloni o costumi aderenti potrebbe generare delle situazioni di imbarazzo.
Il secondo tipo di protesi invece è formata un meccanismo idraulico che permette al paziente di gonfiarla prima del rapporto dando al pene una erezione che, anche se artificiale, è molto simile ad una naturale, e successivamente sgonfiarla ristabilendo le condizioni di naturale flaccidità. Il posizionamento della protesi è un atto irreversibile in quanto il tessuto erettile viene sostituito dalla protesi stessa e quindi senza di essa non sarà più possibile portare il pene in erezione.
La vita di una protesi è al massimo di 12 anni il che significa che si andrà in contro, qualora ce ne sia la necessità, all’intervento di sostituzione della stessa.